Una vita immersa nella felicità di credere, solidale con il suo tempo, segnata dalla voglia di amare, ecco don Carlo De Ambrogio.

Nato ad Arsiero (Vicenza) nel 1921; egli porta già nel giorno della sua nascita il presagio della fede inesauribile, accogliente, gioiosa. È il giorno dell’Annunciazione, il 25 marzo, la solennità di quel “sì” di Maria che fa entrare definitivamente la storia nella sua più grande alleanza con il Signore.

Ha una vocazione radicale, il sacerdozio, che realizza il 29 giugno 1947. Con una pienezza profondamente religiosa, adorante, crocifissa, eppure sorprendentemente straripante di festa.

L’uomo del Signore, preparato da don Bosco, è, così, pronto a comunicare forza, novità, speranza. Egli, tra l’altro, è un grande esperto di musica e canto, suona il pianoforte, l’organo, la fisarmonica. Conosce a memoria gli spartiti dei più grandi compositori classici. Compone musica con le parole del Vangelo, anima i progetti, la liturgia, i gruppi.

Vitalità avvincente, la sua, che ha il coraggio dei sogni, e che perciò è capace di capire i giovani. Capace di sperare con i giovani, di vedere “in anticipo”, con la novità del profeta che dona il battito di Dio al firmamento delle cose e del tempo.

Trascorre dieci anni al collegio di Pordenone. Poi, è inviato, nel 1957, a Torino, presso la Casa Madre della Congregazione, dove diventa responsabile di “Meridiano 12”, la rivista d’attualità fondata da don Bosco nel 1853, come “Letture cattoliche”.

Don Carlo, laureato a Padova in lettere e filosofia, ma soprattutto aperto ai nuovi tempi, alle domande dei giovani, è il “comunicatore” giusto. Per oltre 15 anni, tiene, sulla Rivista, diverse rubriche di religione, medicina, scienza, politica, attualità. Conosce perfettamente il tedesco, l’inglese, il francese, lo spagnolo, oltre l’aramaico, l’ebraico, il greco.

Conosce, soprattutto, il cuore di questo mondo, lo stupore delle conquiste, la nostalgia di una terra nuova. Conosce e fa sua la domanda che invoca una presenza ed una ulteriorità di Dio nella storia. E risponde con la sua originalità.

Uno scandaglio penetrante, sorprendente, della Parola di Dio, un forte innamoramento della Madonna, biblicamente e teologicamente fondato. Un messaggio rovente, magmatico. E, dentro le parole di Pentecoste, un cuore di una tenerezza sacerdotale sensibilissima.

Dall’Asia al Concilio

Nel pieno della sua attività dinamica, è inviato dai Superiori in Asia. Dovrà relazionare sulle attività educative, caritative e sociali dei Salesiani in quella terra.

Visita l’Iran, l’India, la Thailandia, la Corea, il Giappone, Hong Kong, le Filippine, il Ceylon, Formosa, Macao, Pechino. Dappertutto semina gioia, la sua fede, il suo sorriso, sempre pronto a servire, la trasparenza di una luce che verrà testimoniata da tutti i suoi confratelli. Scrive in una lettera da Tokyo nell’ottobre del 1970: “I missionari sono portatori della pace, nel termine biblico shalom; sono gli apostoli della riconciliazione… ecco la Chiesa che cresce come prolungamento del Cristo”. Figura di pioniere, araldo di verità, di purezza, amante del tabernacolo. Uomo di Dio che plasma le anime, che risveglia le energie cristiane, richiamando la realtà dell’esistenza di un Padre buono, tenero; di una Madre premurosa, vigilante; di un Cielo che attende i suoi figli.

Ed eccolo l’uomo del Concilio, che vive nella sua anima questa grande notizia, che trova nello Spirito l’orizzonte di una risurrezione, l’altare di una profezia, la missionarietà del futuro.

Collabora con il settimanale “Il nostro tempo”, diventa confessore e predicatore di Esercizi spirituali, è richiesto da Istituti, Comunità religiose e claustrali, tiene Corsi serali per giovani studenti e professori universitari, si ritrova nella Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo, sempre paziente e premuroso, rispettoso, assetato di verità, di umiltà, di amore. è sempre lui. Con la sua felicità di credere, di pregare, di fare festa e adorazione, silenzio e parola. Con il suo sacerdozio sempre più trasfigurato, con il suo volto semplice, pieno di abbandono nel Padre, con una grande Beatitudine di agape, di comunione, di alleluia.

La sua parola annunzia la potenza inaudita dell’amore, come colpo di tuono in uragano. Rivela la delicatezza dei colloqui intimi del Vangelo. Evoca avvenimenti e bisogni di pace, di serenità, come cielo sulla terra.

Nell’Ora di Maria

Ed arriva quella che egli chiamerà “l’Ora della Donna vestita di Sole”. È il 24 maggio 1975, nasce la Gioventù Ardente Mariana, il GAM, in una veglia di preghiera, alla quale partecipano quattromila giovani di tutta Italia. Sarà la sua maniera, unica, irraggiungibile, di dare Maria.

Con coraggio sviluppa il carisma ricevuto: far pregare i giovani e avviarli all’evangelizzazione. Spiega egli stesso: “Il GAM vuol dare ai giovani il pieno significato degli avvenimenti che sono chiamati a vivere e vuole lanciarli nel più sorprendente ideale che li possa affascinare: il Regno di Dio”.

Ancora: “Il GAM vuole portare i giovani a tre grandi amori: l’Eucaristia, la Madonna, il Papa; e all’evangelizzazione. Con il Rosario in mano, “unica arma di salvezza”; si preparano a combattere il nemico, Satana, si preparano alle dure battaglie che li attendono”.

Come contare tutti gli incontri GAM da allora ad oggi? Straordinari i grandi Cenacoli in San Pietro, in San Giovanni in Laterano, al Santuario del Divino Amore. Determinante l’animazione della città, per incarico del Vicariato di Roma, in occasione del passaggio della Madonna di Fatima pellegrina.

Egli guida i giovani ad amare l’Eucaristia, a riscoprire la Confessione, a vivere, nel dono straordinario dell’Immacolata, Madre di Dio e della Chiesa, il presagio dellApocalisse, a trovare con il Papa la comunione esaltante, la crocifissione e la gioia del mistero.

Ma non solo. Egli affida un mandato ai giovani, diventare sangue della Parola di Dio. Vuole che questa vita circoli in tutte le cellule: «Invio in Missione… ogni giovane ha a disposizione un campo operativo immenso … il servizio sociale più grande, più bello, che potrete fare a tutta l’umanità è l’evangelizzazione”.

I giovani formati spiritualmente nei Cenacoli quali protagonisti dell’evangelizzazione, nel loro ambiente e dovunque. Così li vuole don Carlo De Ambrogio. Giovani GAM, SABRA, anagrammando la parola in: sempre, adorare, benedire, ringraziare, annunciare.

Carichi di Spirito Santo, si impegnano nell’evangelizzazione, tramite il volantinaggio, i cenacoli, le missioni mariane. Il volantinaggio come parabola del seminatore. Il Cenacolo come catechesi pregata, momento penitenziale, liturgia eucaristica. La missione come testimonianza e annunzio nelle piazze, nelle città, avendo, in questo, come destinatari privilegiati, gli ammalati, gli anziani, i fanciulli.

Il suo spirito ancora tra noi

A soli 58 anni, il 7 novembre 1979, si compie il suo ardente desiderio di tornare alla Casa del Padre. Lascia ai giovani il fascino della sua vita nascosta in Dio, il candore della sua trasparenza, la sua profonda umiltà e carità.

I suoi funerali sono un vero trionfo di gioventù, un “Cenacolo” indimenticabile per tutti. Consegna la fiaccola al suo fedele ed intimo collaboratore don Bruno Busulini, “l’uomo dell’ascolto, il discepolo, colui che ascolta per imparare, per assimilare, per trasmettere”.

Due anni prima, nel 1977, i suoi Superiori salesiani, dopo essersi accertati che l’Opera era voluta dal Signore ed in modo materno dal Cuore Immacolato di Maria, lo avevano invitato a lasciare la tanto amata Congregazione, perché il Movimento avesse più ampi sviluppi nella Chiesa. Così ne aveva dato egli stesso comunicazione: “Il mio Rettore Maggiore mi ha consegnato alla Chiesa”. Il Cardinale Corrado Ursi, ne diventa con lui il coFondatore, accogliendolo nel suo presbiterio: “Il Signore La inondi della sua luce, la dolce Vergine La guidi maternamente”.

Certo, don Carlo è dentro la Chiesa ed è vivo. Continua la sua missione con l’Immacolata, ispiratrice e madre del GAM.

 Vive nei suoi figli “Sacerdoti GAM“. Vive nelle sue figlie “Sorelle GAM“, nelle famiglie GAM.  Vive nei giovani, che con entusiasmo e generosità evangelizzano.

È vivo nella profondità biblica dei suoi libri, tradotti in moltissime lingue, prova di una penetrazione teologica, di una emozione esistenziale, di una chiarezza splendidissima che, nella potenza dello Spirito, diventano irresistibili. Nel momento in cui la Chiesa bussa insistentemente alle porte della Cina, proprio i suoi due libri sul Vangelo di San Giovanni e di San Luca vengono tradotti e pregati, appunto, in lingua cinese. E ci sono poi, tra le tante pubblicazioni, le traduzioni, i commenti della Genesi, di Isaia, dell’ultima Cena, i quattro Vangeli, l’Apocalisse. Ci sono le Collane, ricchissime di riflessione e di preghiera “Conosci tua Madre”, “Ecco tua Madre”.

Nel 1976  Papa Paolo VI, sottolineando la risposta dei giovani, sensibili e generosi, si compiaceva con lui di questa “copiosa produzione di stampa, fascicoli e volumetti, di facile penetrazione, dedicati soprattutto a temi mariani e liturgici”.

Sì, lo spirito di don Carlo De Ambrogio è ancora tra di noi.

La testimonianza di molti Vescovi, di laici, di quanti lo conobbero, conferma il suo futuro. Testamento di preghiera assidua, stile di povertà, apertura sognante, capacità di pagare i sogni. Una vocazione sacerdotale che appartiene alla storia del terzo millennio. Nel giuramento Trinitario, che invoca, ancora oggi, la Madre, con la preghiera del Papa: “La tua bellezza, o Maria, è piu forte del dragone”.

“Dio è Amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui ” (1Giovanni 4,16)

1921 Il 25 Marzo nasce ad Arsiero (Vicenza).

1930> Entra nel Collegio aspirantato salesiano di Trento.

1947 Ordinato sacerdote. “Ecco tua Madre”: consacra alla Madonna il suo Ministero sacerdotale.

1948 Laurea in filosofia e lettere a Padova. Si perfeziona in greco, ebraico, aramaico.

1948-1957 Insegnante di filosofia all’Istituto salesiano di Pordenone. Periodo di studio intenso, di preghiera, di intimità, di silenzio, di ascolto del divino. Apostolo tra i giovani “per condurli diritti al fine: Dio e la sua Parola, l’Immacolata”. Anima spiritualmente i giovani delle forze armate americane dislocate nell’est Italia.

1956-1971 Direttore responsabile della rivista salesiana “Meridiano 12”. Inesauribile impegno sacerdotale, in un continuo anelito di elevazione, di umiltà, di bontà, di unità, di misericordia, di mitezza, di amore.

1975 Inizia il Movimento ecclesiale, eucaristico, mariano G.A.M. Gioventù Ardente Mariana, di cui diceva “la Fondatrice e Condottiera è la Madonna  e il suo motto  sarà “A Gesù per Maria”.

1977 Incardinazione nell Archidiocesi di Napoli. Sua Eminenza il Cardinale Corrado Ursi diviene coFondatore del Movimento.

1977-1978 In totale ascolto dello Spirito, con l’esegesi ardente della Parola di Dio, la preghiera, la vita sacramentale, l’amore alla Chiesa, si prodiga a preparare i giovani all’evangelizzazione. Nella contemplazione della Croce trova coraggio, entusiasmo, fede incrollabile per portare avanti la sua missione nel Movimento, e per rapire il cuore dei giovani e offrirli all’Immacolata.

1979 Ritorno di Don Carlo alla Casa del Padre, con la sua risposta umile, piena di amore, generosa a Dio e con la sua anima, tutta sublime dono, segno della bontà e santità di Dio che traspirava e irradiava nei giovani. Lascia come testamento i suoi amori: l’Immacolata, la Trinità, il tabernacolo, il Vangelo di San Giovanni, il Santo Padre, e la passione di portare a Gesù le anime dei giovani.

Testimonianza del Cardinale Corrado Ursi:

«È vissuto nell’ascolto assiduo e amoroso della Parola di Dio. Conosceva le Sacre Scritture, le riviveva e le spiegava nell’ebbrezza dello Spirito. (…) Egli trovò in Maria – la tutta-piena di Spirito Santo – il segreto dell’amore totalizzante e gioioso a Dio e ai fratelli in termini di “Magnificat”… Visse nella Chiesa come messaggero dello Spirito e ministro fiamma di fuoco. Il messaggio rovente, però, scaturiva sempre da labbra sorridenti di un volto luminoso di fanciullo in toni dolci, limpidi, penetranti. Lo capivano meglio i cuori giovanili o assetati di giovinezza».

Segreteria di Sua Eminenza il Cardinale Corrado Ursi. Tempio Madre del Buon Consiglio. Via Copodimonte, 1 3 80136 Napoli (Italy)